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"Sarebbe fin troppo facile, presentando questo viaggio attraverso una Romagna insolita, vista dal cielo, ricorrere agli abusati ma intramontabili luoghi comuni: la piadina, il liscio, il Sangiovese, la sensualità elettrizzante che, chissà perché, si capterebbe anche nell'aria, la bonomia/focosità del carattere... insomma, quell'"incantevole facilità del vivere" che una certa pubblicistica ha accreditato, da tempo, per la terra del Passatore e di Pascoli, da Imola fino al mare. Se la Romagna sia tutto questo lo decida ognuno per conto proprio. Certo, parliamo di una terra con caratteri storici e culturali propri, fra i quali emerge la vocazione all'apertura, ad instaurare relazioni vere e intense, a cominciare da quel legame fondamentale e inscindibile che è la forza dell'Emilia-Romagna. Terra plurale, antica porta d'Oriente, patria di grandi contrapposizioni come di forti esperienze comunitarie.... e oggi? Oggi, ammettiamolo serenamente, non già il luogo dei sogni evocato doll'immaginario collettivo, ma una terra comunque diversa e meravigliosa, culla di un turismo che punta alla qualità, alla genuinità, ad una identità capace di confrontarsi con il futuro: com 'è giusto che sia, più che mai oggi, in tempi di omologazione e di appiattimento culturale." (Vasco Errani)